La violenza sulle donne è una delle più gravi violazioni dei diritti umani. Questa si manifesta in molte forme: fisica, psicologica e sessuale. Ancora dopo anni, la violenza sulle donne, è un problema che continua a devastare la società, causando dolore, sofferenza e morte.

Nonostante sia un discorso di cui si parla molto, le manifestazioni, i continui atti di crudeltà e la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), gli sforzi per aiutare e proteggere le donne, la violenza contro di loro rimane un problema grave e diffuso che richiede un impegno collettivo per essere affrontato e risolto.

Ogni donna ha diritto a vivere una vita libera dalla paura e, soprattutto, dalla violenza, e ogni sforzo è necessario per proteggere e sostenere le vittime e per prevenire nuovi casi di violenza.

Ogni anno, migliaia di donne subiscono maltrattamenti, minacce, aggressioni, fino ad arrivare, nei casi più estremi, al femminicidio. Spesso, sono proprio gli uomini al loro fianco, che le ammazzano senza motivi plausibili. A cinque mesi dal 2025, sono già state uccise 15 donne in Italia, per mano di uomini che pensavano di amare. Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Interno, si è registrato un aumento del 10% dei casi di violenza.

Una tragedia che ha sicuramente segnato la storia della violenza sulle donne è il femminicidio di Sara Campanella. Sara, una giovane studentessa universitaria di 22 anni originaria di Misilmeri, un paesino della Sicilia, viene uccisa in modo orribile dal suo compagno di studi, Stefano Argentino, di 26 anni, lo scorso 31 marzo. L’omicidio è avviene nei pressi dello stadio Celeste.

Secondo delle ricostruzioni, la giovane ragazza stava camminando quando, all’improvviso, viene aggredita e accoltellata alle spalle. Alcune indagini confermano si possa trattare di un omicidio premeditato e motivato da un rifiuto sentimentale da parte di Sara.

Alcune telecamere presenti nelle vicinanze del luogo dell’aggressione, hanno registrato l’accaduto fornendo in questo modo prove decisive per l’arresto del presunto assassino. A Messina è stata organizzata una fiaccolata in memoria di Sara a cui hanno partecipato i compagni di università, amici e parenti.

La sua tragica morte ha sollevato un dibattito nazionale sulla necessità di rafforzare le politiche di prevenzione e supporto alle vittime.

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